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feeb
Cantù Che Conta Col Cayenne

neophyte

Prov.: Zara


Inserito il - 10/10/2006 : 04:38:27  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di feeb  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di feeb Invia a feeb un Messaggio Privato
http://www.economist.com/printedition/displayStory.cfm?story_id=8000993&fsrc=RSS

Italy's budget
Smoke and mirrors

Oct 5th 2006 | ROME
From The Economist print edition
Another year. Another Italian budget. Another ruse

THOSE who hoped that Romano Prodi's centre-left government would end the three-card-trick techniques of public accounting so dear to his centre-right predecessor, Silvio Berlusconi, must have been disappointed by its first budget. It does not rely on one-off measures to rein in the deficit. But it has another pernicious dodge.

One of the few liberal reforms passed by Mr Berlusconi's government gave employees a chance to invest in pension funds the contributions that they have to make to severance-pay funds, which were until now held by their employers. But surveys suggest that few will switch when the law takes effect next January.

The draft 2007 budget unveiled by Mr Prodi's finance minister, Tommaso Padoa-Schioppa, includes a provision to transfer half the cash not handed to pension funds to the government. This may be defensible, since it trims a hidden subsidy to Italian business (in the form of cheap financing). What is inexcusable is that the budget treats the cash as revenue, not as a debt that will have to be repaid. The forecast inflow, €5.3 billion ($6.7 billion), makes up over a third of the amount that the government claims to be cutting from the deficit.

This is not the sort of thing you expect of a former board member of the European Central Bank. But it shows how far Mr Padoa-Schioppa has had to bend to placate demands by left-wing parties within the government. The budget includes a watered-down cut in payroll taxes. But it also raises income tax and makes few big reductions in public spending. There is a risk that the net effect will be to curb already low GDP growth.

The main political debate has been about the way the income-tax changes are being imposed. The budget increases the rate of income tax from 41% to 43% for those earning over €75,000 a year. A former centre-right minister called this an “unprecedented social massacre”. Mr Berlusconi invited the middle classes to take to the streets. Mr Prodi said it would ease the inequality of the “most unjust of the major European countries”; the finance minister claimed that 90% of taxpayers would be better off.

That looks optimistic, especially since most of the spending cuts must be enacted by local authorities that may raise other taxes to offset them. That is also one reason to question whether Mr Padoa-Schioppa will cut the deficit by as much as he claims. But there are others. His severance-pay wheeze could be disallowed by Brussels. He is also relying on measures to curb tax evasion that may or may not have the desired effect (in this case, to bring in over €7 billion in revenues).

The biggest danger, though, is that the budget's edge will be blunted as it goes through parliament. Mr Padoa-Schioppa has delighted the trade unions and the left, but infuriated the increasingly restive centrist parties in the government, which fret that tax rises could lose them middle-class votes, particularly in the north. Following the defection of one senator, Mr Prodi's government has a majority in the upper house of just one seat. It is thus acutely vulnerable to demands from either end of its broad political spectrum.


http://www.avaaz.org/it/ - http://www.flickr.com/photos/dimethyltryptamine/

feeb
Cantù Che Conta Col Cayenne

neophyte

Prov.: Zara


Inserito il - 10/10/2006 : 04:39:38  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di feeb  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di feeb Invia a feeb un Messaggio Privato
"Un altro anno. Un'altra Finanziaria. Un.altro trucco" è il sommario dell'articolo apparso sull'ultimo numero di The Economist, "Fumo e specchi", a commento della legge Finanziaria presentata la scorsa settimana dal Governo Prodi.

"Coloro che auspicavano che il governo di centrosinistra di Romano Prodi avrebbe smesso il gioco delle tre carte della contabilità pubblica così caro al suo predecessore di centrodestra, Silvio Berlusconi, sarà rimasto deluso dalla sua prima Finanziaria", osserva il settimanale, "Non si basa (come in precedenza) su misure una tantum. Ma contiene un altro pericoloso stratagemma". The Economist si riferisce al provvedimento secondo il quale confluirà nelle casse dello Stato la metà del TFR dei lavoratori che non sceglieranno di destinare la liquidazione ai fondi pensione; lo stesso provvedimento che ha fatto dire oggi a Luca di Montezemolo "assistiamo ad una sorta di nazionalizzazione di una parte importante di risparmio che impone un carattere dirigistico all'agire economico".

Il problema per The Economist non è nell'idea in sè che, anzi, considera "difendibile poichè taglia un sussidio nascosto alle aziende sotto forma di finanziamento a basso costo" ma nella natura della sua contabilizzazione nel bilancio previsionale da parte del ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa. "Non è perdonabile", continua l'articolo, "il fatto che la Finanziaria tratti questa cassa come entrate, e non come un debito che in futuro dovrà essere restituito. Le entrate previste da questo provvedimento (5,3 miliardi di Euro) rappresentano più di un terzo di quanto il Governo intenda tagliare il deficit".

"Non sono gli errori che ci si aspetterebbe da un ex-membro del consiglio della Banca Centrale Europea" chiosa The Economist, concedendo però le attenuanti del caso a Padoa Schioppa che "ha dovuto piegarsi fino a questo punto per conciliare le richieste dei partiti della sinistra radicale. La Finanziaria include un annacquato taglio del cuneo fiscale ma aumenta le tasse sui redditi e opera poche riduzioni della spesa pubblica. Vi è il rischio che l'effetto finale sia quello di frenare una crescita già ridotta".

In conclusione, il settimanale definisce il progetto di Finanziario "ottimistico" al punto da "chiedersi se Padoa Schioppa sarà in grado di tagliare il deficit nella misura prevista. Il trucco sul TFR potrebbe non essere riconosciuto da Bruxelles e il risultato dipende anche dalle misure per ridurre l'evasione fiscale che potrebbero non dare i risultati previsti (7 miliardi di Euro). Il pericolo maggiore è che il progetto inciampi al voto del Parlamento. Padoa Schioppa ha accontentato sindacati e sinistra, ma fatto infuriare i sempre più nervosi partiti di centro della coalizione, che temono, con l'aumento delle tasse, di perdere l'appoggio del ceto medio, particolarmente al Nord. Il governo ha ora una maggioranza al Senato di un solo seggio, ed è quindi fortemente vulnerabile alle pressioni di qualsiasi componente del suo largo spettro politico".

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feeb
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Prov.: Zara


Inserito il - 24/10/2006 : 12:44:24  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di feeb  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di feeb Invia a feeb un Messaggio Privato
Secondo il Financial Times l´Italia è come il Botswana

Impietoso commento di Wolfgang Munchau nel suo editoriale
“Nell’ultima settimana, due agenzie di rating hanno declassato il debito italiano alle stesso livello del Botswana. L’iniziativa di Standard & Poor´s e di Fitch sono più di una semplice reazione alla prima Finanziaria del centro-sinistra dopo le elezioni di aprile. E’ un segnale di frustrazione sulla direzione nella quale la coalizione italiana si sta dirigendo”.

Con queste parole inizia l’editoriale col quale il giornalista Munchau, autorevole firma del Financial Times, ha stroncato l’Italia, la finanziaria e i suoi principali attori, Romano Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa.

“Dopo un breve periodo durante il quale il Paese sembrava riconoscere l´urgenza dei suoi impegni in economia,” - continua l’editoriale - “siamo tornati alla solita politica romana. Il declassamento di Standard & Poor da AA- a A+ ha scatenato le lamentele del Primo Ministro Romano Prodi, le stesse lamentele del suo predecessore. Sfortunatamente hanno ragione le agenzie di rating.
Il Sig. Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa, Ministro dell’Economia, sembra abbiano dato priorità a due obbiettivi nella difficile stesura della manovra: sopravvivere politicamente e spingere il deficit al disotto del 3% del Pil. C’è una ragionevole possibilità che centreranno entrambi gli obbiettivi. La coalizione è debole, ma non vicina a crollare e le proiezioni sul deficit lo danno in caduta dal 4% del Pil quest’anno al 2,8% nel 2007. La cattiva notizie è COME questo sarà raggiunto”.

E qui Munchau traccia un’analisi purtroppo reale e cruda della nostra situazione. “Il primo problema economico italiano non è un deficit eccessivo in quanto tale, ma la combinazione del deficit e di una insufficiente crescita economica. Le agenzie di rating non stavano cercando solo uno spettacolare taglio del rapporto deficit/Pil. Stavano cercando riforme in grado di influenzare la capacità italiana di ridurre il deficit nel lungo termine. Tali riforme dovrebbero innanzitutto e soprattutto puntare ad aumentare la produttività. E, in secondo luogo, dovrebbero ridurre il rapporto deficit/Pil”.
Non è finita: “Questa Finanziaria” - sottolinea il condirettore del Financial Times – “ha fallito su entrambi i versanti. E un fallimento permanente implicherebbe che, alla fine, l´Italia diventerà insolvente sul suo debito pubblico".
"Fa una grande differenza” - si legge nel commento – “se si spende il denaro pubblico per pagare gli incrementi salariali dei dipendenti pubblici, come in Italia, o se si investono in maggiore istruzione come succede, ad esempio, in Finlandia”.

Dura la critica di Wolfgang Munchau anche a proposito del prelievo del Tfr a favore dell´Inps che il governo intende varare, definendo l’operazione "una misura contabile incredibilmente sfacciata”.

Nella sua conclusione, segnala due contraddizioni di rilievo nell´intera vicenda della Finanziaria 2007. "La storia contiene due esiti ironici. Sì, è possibile che un Paese possa registrare instabilità nel lungo termine anche se rispetta le prescrizioni del Patto di stabilità e crescita in un senso formale.
La seconda ironia è legata a Padoa-Schioppa, che era un membro del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea. La Bce raramente manca l´opportunità di criticare i politici per fallire le riforme e risanare i bilanci pubblici.
Ma quando metti uno di questi banchieri centrali in una posizione di responsabilità, in un processo di bilancio del mondo reale, soggetto a difficili vincoli politici, si scopre che si comportano in un modo non dissimile dai politici che abitualmente criticano".

Questo è quel che riporta, alla lettera, uno dei più autorevoli giornali al mondo. Ogni ulteriore commento è del tutto superfluo...

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